3 trend che hanno segnato il 2025
Dicembre segna il momento dei bilanci. Quest’anno merita un’analisi puntuale perché tre trend hanno dato forma concreta a promesse che da tempo rimanevano sospese tra annunci e sperimentazioni.
Agentic AI: l’intelligenza artificiale che esegue
Il 2025 ha segnato il passaggio dall’AI che risponde all’AI che agisce. L’Agentic AI rappresenta sistemi capaci di pianificare ed eseguire azioni autonome per raggiungere obiettivi definiti dall’utente, configurandosi come una forza lavoro digitale che non si limita a generare insight ma opera direttamente sui processi.
Gartner ha identificato questo trend come il più rilevante tra le tecnologie strategiche del 2025, prevedendo che entro il 2028 almeno il 15% delle decisioni operative quotidiane sarà gestito autonomamente da agenti AI, partendo da uno 0% nel 2024. Questo dato traduce in termini misurabili un cambio di paradigma: l’intelligenza artificiale sta entrando nella catena operativa vera, quella dove si completano attività e si chiudono task, non solo dove si producono analisi o contenuti.
Per le aziende che utilizzano software gestionali, il valore non sta nell’automazione generica ma nella capacità di delegare micro-decisioni ripetitive che oggi consumano tempo moltiplicato per settimane: raccolta e verifica di informazioni, aggiornamento di stati, preparazione di bozze operative, gestione di eccezioni secondo regole predefinite, escalation guidate da criteri. Queste attività, banali singolarmente ma pesanti in aggregato, rappresentano esattamente il perimetro dove l’Agentic AI può generare efficienza misurabile senza richiedere stravolgimenti organizzativi.
Gartner collega esplicitamente questo trend alla priorità dei CIO di aumentare la produttività organizzativa, sottolineando come aziende e vendor stiano investendo per rendere questi sistemi robusti, sicuri e affidabili. Il punto di svolta rispetto al passato è proprio questo: si lavora su industrializzazione e governance, non su prototipi da demo.
AI Governance Platforms: fiducia e scalabilità
Se l’Agentic AI rappresenta il motore, le AI governance platforms costituiscono il sistema di controllo che rende l’innovazione scalabile e affidabile. Gartner le inserisce nel framework AI TRiSM (Trust, Risk and Security Management) e le descrive come soluzioni progettate per creare, gestire e far rispettare policy per un uso responsabile dell’intelligenza artificiale, garantendo al contempo trasparenza sui meccanismi di funzionamento e costruendo accountability nei confronti di stakeholder interni ed esterni.kongsbergdigital
Questo trend assume particolare rilevanza nel contesto B2B italiano perché affronta direttamente le resistenze più frequenti all’adozione dell’AI in produzione: audit, privacy, procedure consolidate, contratti, qualità del dato e la domanda ricorrente su chi risponde in caso di errore. Invece di evitare questi temi, le piattaforme di governance li trasformano in asset: un sistema che offre log, tracciabilità, policy configurabili e metriche di compliance diventa più facile da approvare per IT, Legal e direzione generale rispetto a una soluzione opaca che promette magie senza spiegare come.
Gartner stima che entro il 2028 le organizzazioni che implementano piattaforme di AI governance comprehensive dovrebbero registrare il 40% in meno di incidenti etici legati all’AI rispetto a chi non le adotta. Tradotto in termini operativi, meno incidenti significa meno blocchi, meno rollback, meno interventi correttivi d’urgenza e quindi maggiore continuità nel portare casi d’uso dall’esperimento alla produzione su processi core.
Per chi sviluppa o vende software gestionali, la governance non rappresenta un freno burocratico ma un acceleratore commerciale se comunicato correttamente. Il valore non risiede nella compliance fine a sé stessa ma nella velocità con cui si può scalare un’implementazione: quando il cliente percepisce che l’AI è controllabile, osservabile e inserita dentro policy chiare, il passaggio dal pilotaggio al roll-out diventa meno rischioso e quindi più veloce.
Gartner, parlando di trasparenza, trust e accountability, fornisce un vocabolario utile per presentare la governance come infrastruttura di fiducia anziché come nuova burocrazia. Questo approccio consente di posizionare l’AI come una capability aziendale matura, non come un esperimento tecnologico confinato a casi d’uso marginali.
Disinflazione e condizioni più pianificabili
Il terzo trend del 2025 arriva dal fronte macroeconomico ma influisce direttamente sulle decisioni di investimento tecnologico: il ritorno di un contesto più prevedibile grazie al rallentamento dell’inflazione. L’OECD, nel suo interim report di settembre 2025, indica che l’inflazione headline nelle economie G20 è prevista in calo dal 3,4% nel 2025 al 2,9% nel 2026, con l’inflazione core nelle economie avanzate G20 sostanzialmente stabile tra il 2,6% e il 2,5%.
Questo quadro non elimina le incertezze ma riduce la pressione che negli ultimi anni ha spinto molte aziende verso strategie puramente difensive. Quando le aspettative inflazionistiche si stabilizzano, aumenta lo spazio per ragionare su investimenti che non siano solo reattivi ma orientati a costruire capacità strutturali: sistemi di controllo di gestione più sofisticati, automazioni misurate su KPI definiti, progetti di standardizzazione dei processi, miglioramenti nella qualità del dato.
L’OECD segnala anche un allentamento delle condizioni dei mercati finanziari in diverse economie, con miglioramento dell’accesso al credito e spread corporate contenuti, pur riconoscendo che alcune valutazioni di mercato appaiono elevate. Per imprenditori e CFO, questo si traduce in una maggiore fattibilità nel finanziare crescita e trasformazione digitale rispetto a periodi caratterizzati da costo del denaro alto e visibilità limitata.
Nel contesto dei software gestionali, questo trend è particolarmente rilevante perché permette di spostare la conversazione dal puro taglio costi verso un equilibrio tra controllo ed espansione. Un’azienda che percepisce maggiore prevedibilità non compra solo per risparmiare ma per governare meglio: marginalità per prodotto o commessa, tempi di attraversamento dei processi, gestione delle scorte, compliance normativa, visibilità sul cash flow, capacità di forecast e reazione rapida agli scostamenti senza entrare in modalità emergenza continua.
L’OECD rileva inoltre che la crescita globale nel 2025 è stata più resiliente del previsto nella prima metà dell’anno, con l’investimento legato all’intelligenza artificiale che ha contribuito positivamente ai risultati macroeconomici, in particolare negli Stati Uniti. Questo dato conferma che l’AI non rappresenta solo un tema di efficienza micro ma sta già influenzando dinamiche di investimento a livello aggregato, rendendo la trasformazione digitale un allineamento a direzioni economiche concrete e non un vezzo tecnologico.