E se le star del passato tornassero in vita?

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No, non è un film post-apocalittico nel quale zombie di vecchi divi ci perseguitano. Qui siamo nel 2024 ed è tutto reale e possibile grazie all’IA e non solo.

Di cosa si parla?

Recentemente la società Mercury Songs Limited, che detiene i diritti di immagine del frontman dei “Queen”, storica band britannica, ha registrato un marchio che riguarda produzioni di videogame, realtà virtuale e realtà aumentata.

Le speculazioni, per il momento di questo si tratta, vorrebbero quindi il ritorno sul palco, magari insieme agli altri membri della band, ancora una volta.

Ma questo non è il solo caso.

ABBA Voyage

Nel 2022 era nato un progetto folle all’apparenza ma che ha riscosso un grande successo tra il pubblico. Creare un concerto con quattro ologrammi del gruppo in versione giovane. Infatti qui la situazione è molto diversa perché i componenti originali sono tutti vivi e si esibiscono. 

Il progetto però voleva riportare “in vita” gli Abba degli anni settanta, senza l’ausilio del gruppo vero sul palco. All’inizio la platea di scettici sembrava pronta a far crollare il possibile successo ma tutto è andato diversamente.

A tutti gli effetti questo è un precedente incredibile che può aver creato uno standard per eventi futuri di altri artisti.

Come funziona?

In questo caso, visto che i soggetti reali sono in vita, si è agito in modo abbastanza semplice utilizzando una tecnica presa in prestito dal cinema. Su una serie grande di led viene proiettato uno sfondo, poi di fronte gli attori si muovono, indossando tute piene di sensori in grado di catturare i movimenti, e vengono registrati. Dopo, in post produzione, vengono applicati gli effetti e tutto diventa “reale”. 

Il tutto è tra l’altro molto più semplice che in passato perché ormai è prassi comune proiettare il concerto su grandi maxi-schermi, e questo agevola l’effetto cinematografico che rende tutto più credibile. Ma comunque, anche guardando il palco si ha la sensazione che gli ABBA nel pieno della gioventù siano tra noi. 

Un caso un po’ diverso

Dieci anni prima, nel 2012, avvenne un evento che fece scalpore ma che poi non ebbe molto successo in seguito, anche per l’estrema difficoltà nella realizzazione.

Il noto rapper Tupac Shaqur, morto nel 1996, si esibì ancora una volta, insieme al vivo e vegeto Snoop Dogg al festival Coachella. In quel caso la tecnologia utilizzata era basata sull’utilizzo di luci, più che un ologramma, che danno l’illusione di tridimensionalità. 

Qui sostanzialmente l’ologramma si muoveva a tempo con la musica ma di fatto era tutto già organizzato.

Cosa potrebbe essere fatto in futuro?

L’IA è sempre più brava a riprodurre voci famose, sempre più vicine all’originale. Sono già usciti tentativi di realizzare nuove canzoni, magari qualche produttore un giorno potrebbe farlo ad un livello più professionale. 

In un contesto simile sarebbe persino possibile immaginare un nuovo disco con i membri restanti dei “Queen” e Freddie Mercury. La tecnologia è ormai in grado di aprire le porte a tale ipotesi. 

Cos’è l’immagine?

Se l’ipotesi è tecnicamente possibile rimane l’interrogativo di fondo: è lecito e sensato proporre uno spettacolo del genere? Il fatto che sia possibile non lo rende automaticamente giusto. 

Chiaro, rimane comunque un’opportunità e un modo per far avanzare la tecnologia ma si tratta comunque di utilizzare l’immagine e la voce di persone che non ci sono più.

Ovviamente non saremo noi a stabilire o meno la liceità di tali progetti, eventualmente ci penseranno le Istituzioni a definire il perimetro normativo entro il quale muoversi.

Del resto la questione IA e nuove tecnologie è ancora aperta e la partita è tutta da giocare.

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