Intelligenza Artificiale nelle PMI italiane: opportunità?
Quando si parla di intelligenza artificiale applicata alle piccole e medie imprese si pensa ad una tecnologia complessa e distante dalla realtà quotidiana. Per questo è necessario fare chiarezza partendo dai dati concreti e dalle esperienze delle aziende italiane che hanno già intrapreso questo percorso. Oggi analizziamo lo stato dell’adozione dell’AI nelle PMI italiane, l’impatto sui progetti e come prepararsi per questa trasformazione.
Lo stato dell’adozione nel 2024-2025
L’intelligenza artificiale sta finalmente entrando nel tessuto produttivo delle PMI italiane, anche se con ritmi differenti rispetto alle grandi imprese. Secondo i dati ISTAT del 2024, l’8,2% delle imprese con almeno 10 addetti utilizza già tecnologie di intelligenza artificiale, con una crescita del 64% rispetto all’anno precedente. Un numero che sottolinea come si stia rivelando sempre più cruciale per la competitività l’uso di tecnologie legate all’AI.
I dati più recenti di Italiaonline mostrano un’accelerazione significativa: il 26,7% delle PMI ha testato o adottato stabilmente l’AI nel 2025, con un incremento del +50% rispetto al 2024. In particolare, il 9,4% delle aziende ha integrato l’AI in modo permanente, mentre il 17,3% sta sperimentando la tecnologia.
Le tecnologie più utilizzate sono l’estrazione di conoscenza da documenti (54,5%), la generazione di linguaggio naturale come ChatGPT (45,3%), il riconoscimento vocale (39,9%) e il machine learning (31,1%). Gli ambiti dove l’AI viene maggiormente adottata includono marketing e vendite (35,7%), processi amministrativi (28,2%) e ricerca e sviluppo (24,6%).
Il mercato italiano dell’AI ha raggiunto 1,2 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del +58% rispetto all’anno precedente, e le previsioni indicano che raggiungerà 1,8 miliardi di euro entro il 2027.
L’impatto sui progetti e sul modo di lavorare
L’AI è chiaramente una tecnologia dirimente per il futuro ma richiede alcune accortezze nell’utilizzo. Si tratta di uno strumento che trasforma concretamente il modo di lavorare e i risultati dei progetti aziendali. I dati parlano chiaro: le imprese che nel 2024 hanno adottato l’AI hanno registrato in media il 12% in più di ricavi rispetto a quelle che non lo hanno fatto.
L’impatto sulla produttività è ancora più significativo. L’integrazione dell’AI nei processi aziendali può portare a incrementi di produttività superiori al 40% secondo il report di Webidoo Insight Lab. Studi McKinsey dimostrano che l’adozione strategica dell’intelligenza artificiale può incrementare la produttività aziendale fino al 40% e ridurre i costi operativi fino al 20%.
Ma come cambia concretamente il lavoro? Le PMI che utilizzano l’AI dichiarano miglioramenti in diverse aree: il 41,4% registra un miglioramento della produttività generale, il 42,9% una riduzione dei carichi di lavoro, il 39,1% l’eliminazione di compiti ripetitivi e il 32,6% un innalzamento della qualità del lavoro.
L’AI sta liberando i lavoratori da attività ripetitive e a basso valore aggiunto, permettendo di concentrarsi su compiti che richiedono creatività, pensiero critico e competenze relazionali. L’80% dei lavoratori che utilizzano AI dichiarano che ha migliorato non solo la loro performance, ma anche la qualità del lavoro svolto.
Le applicazioni concrete più diffuse riguardano la creazione di testi (55,2% delle PMI che usano AI), seguita dalla generazione di foto e video (31,9%), ottimizzazione delle campagne pubblicitarie (22,8%), gestione delle recensioni (22,6%), chatbot e assistenti virtuali (18%), creazione di siti web (15,7%) e gestione del CRM (10%).
Tempi di implementazione e ostacoli da superare
La prima fase riguarda la formazione e il reskilling del personale, con investimenti nella formazione digitale sia tecnica che generalizzata per creare una cultura del dato. Questa fase è fondamentale: il 40,5% delle imprese con 10-49 addetti programma investimenti in formazione digitale per il biennio 2025-2026.
La seconda fase prevede progetti pilota ad alto impatto, con l’identificazione di 2-3 casi d’uso con ROI chiaro e misurabile entro 6 mesi. Il 20% delle PMI prevede di investire in tecnologie di intelligenza artificiale nel periodo 2025-2026, un incremento significativo rispetto al 7% del periodo precedente.
I progetti di trasformazione digitale più complessi possono richiedere dai 12 ai 18 mesi per una implementazione completa e risultati consolidati.
Tuttavia, le PMI italiane affrontano ostacoli significativi. La mancanza di competenze rappresenta la barriera principale: il 55,1% delle imprese che ha preso in considerazione l’uso dell’IA non l’ha poi adottata proprio per questa ragione. Solo il 15% delle PMI dichiara di possedere le competenze tecniche adeguate per implementare e gestire soluzioni di intelligenza artificiale.
I costi elevati costituiscono il secondo ostacolo: il 49,6% delle imprese considera troppo elevati gli investimenti necessari. Mentre gli abbonamenti alle piattaforme IA sono diventati accessibili, l’integrazione con i sistemi aziendali, la qualità dei dati e la formazione del personale possono assorbire tra il 40% e il 60% del budget complessivo.
Altri ostacoli includono problemi di qualità dei dati (37% delle imprese), resistenza culturale (35%) e preoccupazioni sull’occupazione (42,6%).
Tuttavia, esistono fattori che possono accelerare l’adozione. Le PMI identificano come più importanti gli incentivi pubblici e finanziamenti (57,8%), la formazione degli addetti (38,1%), le infrastrutture in banda ultra larga (33,4%) e lo sviluppo di una strategia di digitalizzazione (31,4%). Il nuovo Piano Transizione 5.0 offre incentivi fiscali fino al 45% per investimenti in tecnologie come IA, IoT e big data.
Le previsioni per i prossimi anni
Le prospettive per le PMI italiane che adotteranno l’intelligenza artificiale sono estremamente positive. Uno studio condotto dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con TeamSystem stima che, se il 60% delle PMI italiane con più di 10 dipendenti adottasse soluzioni di IA entro il 2030, si potrebbero generare ricavi aggiuntivi pari a circa 1.300 miliardi di euro, raddoppiando la crescita di fatturato media degli ultimi 5 anni.
Le PMI che implementeranno l’intelligenza artificiale nei propri processi potrebbero ottenere un aumento dei ricavi annui tra il 10% e il 20% entro i prossimi 5 anni. Le imprese che hanno già implementato software di AI hanno registrato una crescita dei ricavi superiore del 50% rispetto ai competitor che non hanno investito.
Il messaggio chiave per le PMI italiane è che non è più una questione di dimensioni aziendali, ma di velocità nell’integrazione dell’AI. Solo l’1% delle organizzazioni ha raggiunto una maturità elevata nell’implementazione dell’AI, evidenziando enormi opportunità di crescita per chi saprà muoversi rapidamente.
Intelligenza Artificiale e gestione aziendale con Iride Progetti
Come abbiamo visto con i ruoli e le mansioni, anche l’adozione dell’intelligenza artificiale richiede chiarezza, organizzazione e gli strumenti giusti. Iride Progetti ha sempre creduto nell’importanza di fornire alle PMI italiane soluzioni software che semplifichino la gestione aziendale e migliorino l’efficienza produttiva.
Con software come Iriday, già utilizzato per ottimizzare la gestione della produzione attraverso distinte base, sequenzializzazione e visualizzazioni grafiche intuitive, il nostro impegno è quello di accompagnare le aziende anche nel percorso di trasformazione digitale che include l’intelligenza artificiale.
L’integrazione dell’AI nei processi di gestione della produzione, nell’organizzazione dei ruoli e delle mansioni, e nell’ottimizzazione dei flussi di lavoro rappresenta il naturale passo successivo per le PMI che vogliono rimanere competitive. La semplicità d’utilizzo, che è alla base della concezione dei nostri software, diventa ancora più importante quando si introducono tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale.