Ducati: una storia italiana

 In Impresa

La storia di Ducati, celebre casa motociclistica italiana, è una storia tutta italiana, costruita col sudore della fronte e la passione. Fondata nel 1926 da due fratelli, Adriano e Marcello Ducati, l’azienda ha conquistato il mondo con le sue moto di alta qualità e prestazioni straordinarie. Oggi il marchio Ducati è uno dei simboli del motociclismo, sia da competizione che per gli amatori.

La Fondazione e la visione dei fratelli Ducati

Adriano, Bruno e Marcello Ducati, figli di un produttore di radio, avevano una passione comune per l’innovazione tecnologica. Nel 1926, decisero di fondare la Società Scientifica Radio Brevetti Ducati con l’obiettivo di produrre componenti elettrici di alta qualità. La loro visione si basava sulla ricerca costante di soluzioni innovative e sull’applicazione di tecnologie avanzate nel settore industriale. Ben presto le radio Ducati hanno molto successo e vengono aperte filiali in altri Paesi. 

Crescita inarrestabile

In dieci anni da due dipendenti si passa a settemila, si ampliano i settori della produzione un po’ a tutto il mondo industriale. La Ducati vince premi e riceve anche la visita di Guglielmo Marconi. Si tratta di un periodo d’oro per l’azienda che vede una crescita inarrestabile. Viene anche istituito un corso d’istruzione tecnica perché è sempre più necessario avere operai altamente specializzati. 

La fine dell’avventura per i fratelli Ducati

La Seconda guerra mondiale colpisce duramente l’azienda che vede distrutto il sito di produzione di Borgo Panigale. La ripartenza è molto difficile, viene presentato il “Cucciolo” un motore da montare direttamente su una bicicletta, un grande successo. Ciò non basta e l’azienda entra in crisi. Dopo l’entrata in amministrazione controllata l’impresa viene divisia e i fratelli Ducati perdono il controllo. 

I motori

Con l’ingresso dell’Ingegnere Taglioni la Ducati si proietta nel mondo del motociclismo, che dominerà per anni incontrastata grazie al motore “desmodromico”. Si trattava di un motore che, grazie alla sua tecnologia, riusciva a ridurre il numero di rotture meccaniche, garantendo più potenza e affidabilità. Un vero e proprio “asso nella manica”.

La crisi degli anni Settanta

Diversi fattori misero in crisi la casa produttrice nel corso degli anni Settanta. Le moto giapponesi si affacciavano sul mercato europeo, creando non pochi problemi. Infatti si trattava di competitor agguerriti che proponevano innovazioni tecnologiche a prezzi concorrenziali.

Oggi l’impresa fa parte del gruppo Volkswagen e continua a produrre moto di successo, nel 2022 ha visto il record di moto vendute.

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